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STORY

- ELISA'S BLOG - 

Elisa Mocci (si, questa volta proprio io!) e Stefano Marras | matrimonio ispirato a Game of Thrones nella foresta de l’Agnata di de Andrè.

Questa è la storia di chi siamo ora. Di come è cambiata la mia vita da quel maggio 2015 nel quale ho ritrovato quegli occhi azzurri profondi come il cielo. Ed in quel momento, e solo in quel momento, ho capito che alle storie che raccontavo mancava qualcosa per comprenderle fino in fondo, per accogliere emozioni fino a quel momento sopite. Che il per sempre può esistere e vale la pena lottare, anche se la vita “fa dei giri immensi”. Che tutto quello che avevo costruito con tanta fatica era enorme, incredibile, ma incompleto. E che, non sapevo ancora quando, sarei stata anche io una sposa.

2018 – Memorie di matrimonio

Non avrei mai pensato di aprire il mio Blog con il mio matrimonio.

L’ho sempre trovato strano e talvolta inopportuno, per una Wedding Planner, rendere pubblico il proprio. Mi sono dovuta ricredere. Perché arrivo a questo momento ora che festeggio i 10 anni di attività, dal lontano 2008. Perché nel frattempo di matrimoni ne ho sognato, disegnato e realizzato un centinaio, grazie agli sposi che, negli anni, si sono affidati a me. Dapprima giovanissima, quando solo un sorriso, la formazione teatrale e universitaria e tanto entusiasmo potevano convincere gli sposi che quella del Wedding Planner in Italia era una vera e propria professione. Poi con tenacia e sacrificio, evolvendo di anno in anno, cercando di imparare dal mio passato nascondendo una parte – intima – di me che pochi sapevano e che non mi avrebbe aiutato. Perché quel sogno per me si era rivelato tutt’altro. “Il mio lavoro è costruire la felicità degli altri”, mi raccontavo. L’essere distaccata mi renderà una professionista migliore.

E così sono cresciuta, aggrappandomi a quella convinzione, mentre passavano gli anni da sola davanti ad un Pc a costruire i primi Blog e Siti, a cambiare strategie e creando dal niente un mercato nella mia isola, la Sardegna, dove ancora era tutto da scoprire e far scoprire, dedicando tutte le energie a questo progetto che mi rendeva viva. Chilometri e chilometri su un furgoncino firmato Wedding Dream, alla scoperta di spiagge, boschi e isole dai contorni indistinti come i sogni di giovani coppie straniere. Anche quando non mi ha reso più felice, quando sono arrivati i primi competitors a fare la guerra, quella dove non vince nessuno. Quando mi sono chiesta se ero io a non avere più creatività o erano altri a minare la mia autostima. Quando ho deciso di fermarmi, perché gli sposi non capivano, o ero io che non capivo loro?

Quando ho capito, invece, che crescere vuol dire evolvere, sbagliare, cambiare, e cambiare vuol dire seguire i propri sogni – soprattutto quelli che sembrano impossibili – anche quando questo vuol dire rischiare di rimanere con niente in mano. Altre notti, da sola, a creare un sito nuovo che rappresentasse Elisa. La “me” cresciuta, la Wedding Planner (anzi no, Designer). Che non si nasconde più, che ha il coraggio di dire no. A chi non apprezza, a chi non paga, a chi la lascia sola.

Con Chiara, il mio braccio destro, a camminare sotto la pioggia e chiederci se salutarci lì o saltare oltre una pozzanghera e diventare i N°1.

E così abbiamo saltato il fosso e sognato in grande, viaggiando in posti lontani e raccogliendo sfide incredibili, di sposi milionari e dirette TV, di matrimoni intimi da celebrare e the da sorseggiare in una Londra che era diventata un rifugio. Mi aggrappavo a chi e cosa alimentava la mia voglia di crescere, anche se il compromesso era un divano o un letto sempre vuoto.

Ma il cuore, il cuore doveva guarire. Era quello che mi mancava, per capire fino in fondo questo mondo. Era un viaggio instancabile alla ricerca del perché avessi deciso di fare questo lavoro – bellissimo e folle, come solo l’Amore può essere -. Era una ricerca instancabile, straziante, visionaria di un Amore che avevo provato e perduto, e che raccontavo a chiunque incontrassi come un ricordo lontano, un sogno sfumato e da ridisegnare ogni volta dipinto su tele diverse: una spiaggia, una barca, un casolare in campagna. E ogni cerimonia, in quell’attimo che da Wedding Planner tiri il fiato tra lo scambio degli anelli e le firme, aveva il suo volto, quello di un ragazzino di 16 anni che sognava di sposarsi.

Se c’era un sogno, che non ero ancora riuscita a realizzare, era proprio quello. Il primo, vero e unico sogno della mia vita. Del resto, per gli altri ne avevo realizzati così tanti, dovevo scommettere ancora una volta nel mio…sarebbe stata quella giusta!

La storia di questi quindici anni lontana da Stefano e del nostro ritrovarci, quando sarà il momento, la racconterò…

Questa è la storia di chi siamo ora. Di come è cambiata la mia vita da quel maggio 2015 nel quale ho ritrovato quegli occhi azzurri profondi come il cielo. Ed in quel momento, e solo in quel momento, ho capito che alle storie che raccontavo mancava qualcosa per comprenderle fino in fondo, per accogliere emozioni fino a quel momento sopite. Che il per sempre può esistere e vale la pena lottare, anche se la vita “fa dei giri immensi”. Che tutto quello che avevo costruito con tanta fatica era enorme, incredibile, ma incompleto. E che, non sapevo ancora quando, sarei stata anche io una sposa.

ELISA Mocci e Stefano Marras - Game of Thrones wedding
elisa mocci featured on elle

tratto dal mio “Diario di Matrimonio”, pubblicato su ELLE SPOSE

Emozione. Tensione. Di quella bella, che ti fa sentire il cuore in gola e pensare “non riesco a muovere un passo”. Sulla soglia della casa, veder passare Lui e da lontano volti indistinti perché offuscati dalle lacrime. E poi le note di una musica familiare, sognate mille e mille volte, e mio padre che mi ha stretto il braccio e ha sussurrato “partiamo con il piede destro?”. Una risata che spezza la paura, e il lieto fine è un passo dopo l’altro sempre più vicino. Dodici anni a cercarci, uno sguardo per ritrovarci. Una tenda per accoglierci, rappresentata dal triangolo di legno e di fiori. E due promesse, che diventano una sola quando, inconsapevolmente, l’uno finisce la propria con la stessa frase con la quale l’altra aveva deciso di iniziarla.

“Sei sempre stata tu”

“Sei sempre stato tu” 

Lacrime, tante. Ma di felicità. Sorrisi, e abbracci, e grano che vola (assiema ad un sacchetto intero, sfuggito a qualcuno per la foga).

Non ho mai pianto, ai “miei” matrimoni. Non perché non fossi coinvolta ma perché, come insegno anche ai miei allievi, entrare “nella bolla” è pericoloso, quando si lavora al servizio della felicità degli altri. Serve uno sguardo tenero ma oggettivo, presente ma non invadente. Avevo paura, di non riuscire ad emozionarmi. Che il planning mi avrebbe sovrastata rendendo l’evento… l’Evento, e non il nostro Matrimonio. E invece…

E invece il tempo è volato come vola quando ci si diverte, si sta bene, si ama. È volato come del resto dicono tutte le spose, che non ricordano cosa hanno mangiato o bevuto, e chiedono in continuazione “che ore sono?”. Perché il tempo, quello sì, lo vorresti fermare. Mettere in pausa per un attimo per poter guardare negli occhi una per una tutte quelle belle persone che sono li per te, invitate o dietro le quinte, e abbracciarle e dire “Grazie!”. Grazie di esserci, grazie del viaggio che avete compiuto, grazie di ogni istante insieme, grazie per aver costruito con me un sogno.

E chiedo scusa ai poveri fotografi per essere stata insopportabilmente impaziente di tornare alla festa, mentre sentivo le grida scalmanate delle casate di “Game of Thrones” (che si sfidavano in mezzo al bosco in un mega gioco di ruolo per riportare alla vita le nostre memorie perdute) e volevo essere li, in ogni angolo, a godermi lo spettacolo di persone sconosciute che, da un minuto all’altro, diventavano Famiglia.

Ho messo da parte la mia veste di Wedding Planner quando ho capito che non potevo contare i minuti tra una portata e l’altra ponderando il giusto momento per i discorsi, che quando sarebbe stato il momento sarebbero arrivati. E stare accanto a mio marito ed ascoltare il suo bellissimo discorso, beccandomi al mio “Ti amo” il suo “Lo so!” al microfono (in perfetto stile Han Solo), scatenando l’ilarità generale, è stato un qualcosa che valeva più di qualsiasi planning.

Non ho fatto tantissime delle cose che avevo programmato, ne ho fatte altre che mi hanno sorpreso, spontanee e divertenti. Per la prima volta, dopo la cerimonia ho lasciato il planning da parte e ho chiesto al mio staff di fare altrettanto; loro erano sgomenti e a tratti disorientati, ma ciò che ne è venuto fuori sono stati momenti indimenticabili che avrebbero fatto impazzire qualsiasi altra sposa: il taglio della torta così casuale e spontaneo che non ricordo neppure chi ci fosse davanti se non il tentativo, maldestro, di farla a assaggiare al mio sposo, il primo ballo a sorpresa (dimenticandomi totalmente del cambio d’abito e del make-up!), sei ore di balli scatenati, quattro delle quali di incontenibile musica irlandese degli Alban Fùam con indosso un golfino bianco -incurante dei mesi e mesi di ricerca dell’outfit serale- e, a fine serata, una copertina di pile avvolta addosso in stile superman.

Non so, davvero, chi si sia ricordato di mettere le nostre statuine sulla torta. Non gli sposini, per carità… ma una renna e un’aquila, simboli del nostro passato da Scout. Forse qualcuno del mio staff, forse le bridesmaids, forse mia mamma, o forse Stefano stesso che, salendo in camera, li ha trovati sul comodino e sapeva quanto fossero importanti.

Non lo so, so solo che per una volta, per la MIA volta, non avere il controllo dell’evento ha reso tutto PERFETTO.

Cose che ho imparato da Sposa

  • Che i fazzoletti vanno distribuiti DURANTE la cerimonia e non all’ingresso. O perlomeno in entrambi i momenti.
  • Che è inutile prevedere 5 cambi scarpe, quando ti dimenticherai che a malapena ne indossi un paio.
  • Che è utile designare qualcuno che – ogni tanto – vi ricordi di bere. Acqua, possibilmente, almeno fino al party 😉
  • Che è un tuo diritto chiedere di essere lasciata sola e chiudere le porte della camera durante i preparativi per avere del tempo per te.
  • Che bisogno ricordarsi di essere grati, e di dire i “ti voglio bene” che, normalmente, ci dimentichiamo di dire.
  • Che è meglio assicurarsi che il Dj abbia scaricato tutte le canzoni richieste, soprattutto i mitici anni 90.
  • Che pashmine e copertine sono un regalo più utile di qualsiasi bomboniera.
  • Che le bomboniere piacciono. Ce la possiamo raccontare quanto vogliamo, ma l’emozione di donare qualcosa, e quella di riceverla, non passeranno mai di moda.

Cose che ho imparato da Wedding Planner

  • Molto più di ciò che immaginassi.
  • Un ottimo Wedding Planner (non coinvolto emotivamente nell’evento) resterà sempre il miglior regalo che possiate farvi.

GRAZIE! A chi ha condiviso, con la sua professionalità ed amicizia, questo prezioso pezzo di strada con noi

Foto Bottega53, Video Frame 25 Studio, bridal dress Alessandro Angelozzi Couture, Bridesmaids dresses Jlm Couture Hayley Paige, Flowers Federica Ambrosini, G-Fresh | Catering Montiblu Nuoro, Hair Sexy In The City Hair&Spa, Make-up Valeria Boncoraglio, Calligraphy Rossella Manganelli, Light sound Centro Musica, Rentals Container Allestimenti, Mise en place Giagoni + GranGalà, Cake & Sweets Carola’s Bakery + sugar flowers Monica Manca, Musica Alban Fùam – Irish Folk Music

Volete conoscere tutta la storia, dall’inizio? Potete leggere il racconto della nostra storia d’amore attraverso i miei Web Diaries, pubblicati su ELLE.it

elisa mocci featured on elle

I PUNTATA

II PUNTATA

III PUNTATA

IV PUNTATA

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ELISA + STEFANO ENGAGEMENT SHOOTING, FEATURED ON VOGUE SPOSA

Leggi dal mio Journal

 

DIARIES, Wedding Planner's life, WEDDINGS

SEI SEMPRE STATO TU | IL MATRIMONIO ISPIRATO A GAME OF THRONES DI ELISA E STEFANO

ELISA Mocci e Stefano Marras matrimonio wedding in sardina game of thrones inspired